Quando la tecnologia alimenta solitudine e alienazione
“La pratica psicologica non è solo elaborazione di dati, è relazione, alleanza, è stare nel dolore con l’altro e aiutarlo ad arrivare alla consapevolezza per vedere una strada alternativa al dolore, che in quel momento non si vede.”
Come oramai succede a tutti, sfoglio le notizie che il Web ha deciso che mi possono interessare e mi imbatto in una inquietante: “L’IA-psicologa non ti giudica”: intervista al creatore del “terapista” basato su ChatGPT che ha già assistito 10mila “pazienti”.
Già nel titolo qualcosa non quadra.
Il messaggio che passa è che lo Psicologo ti giudica, l’IA no.
Che dire, penso che per definizione stessa, lo Psicologo non possa essere giudicante, ma che in una lavoro maieutico, aiuti a tirar fuori il meglio di ognuno, senza mai giudicare, con l’unico obiettivo, il benessere.
Quindi c’è una specifica comparazione tra il professionista e l’IA e vince l’ultima, perchè si dà per scontato che sia migliore.
Naturalmente nell’intervista si devono moderare i toni ed essere politicamente ed eticamente corretti e sostenere che l’IA non sostituisce il professionista, ma è solo un primo approccio.
Ma mi chiedo: “ Perchè dovrei andare da uno Psicologo in carne ed ossa se mi giudica e comunque è meno bravo (dato che il migliore è l’IA)?”.
La questione è a monte, perchè rischiamo di creare persone sempre più alienate e sole.
Il problema principale del nostro tempo è proprio l’Alienazione e la Solitudine.
Che dovremmo curare con uno strumento che simula una relazione terapeutica che manca di empatia, alleanza e risonanze.
E si, proprio le risonanze sono quelle che nessuna IA potrà riprodurre e che sono la base del lavoro che noi Psicologi facciamo.
Le Risonanze sono esperienze da noi vissute che vengono richiamate dalle storie dei pazienti e che attivano emozioni, che creano empatia.
Noi Psicologi lavoriamo con i nostri dolori, le nostre gioie e tutti i nostri vissuti e li mettiamo in campo implicitamente per creare quella alchimia potente che poi diventa l’alleanza terapeutica, senza la quale non si arriva al cambiamento.
Mi fa male pensare che questo lavoro che amo così tanto e che prende gran parte della mia vita, sia ridotto a dati che vengono elaborati per creare una domanda pertinente, per aiutare la persona ad arrivare alla conoscenza del suo malessere.
La pratica psicologica non è questo, è molto altro: è relazione, è alleanza, è stare nel dolore con l’altro e aiutarlo ad arrivare alla consapevolezza per vedere una strada alternativa al dolore, che in quel momento non si vede.
Io stessa utilizzo l’IA, ora anche in maniera massiva, per il riepilogo delle sedute, che serve a dedicare più tempo ai pazienti e alleggerire il mio lavoro di scrivere report continui. Ma tutto viene supervisionato, con aggiunte fondamentali che l’IA non è in grado di gestire.
L’IA, come tutte le altre frontiere tecnologiche che arriveranno, devono essere strumenti, ma non sostituti.
La relazione è quella che dobbiamo tutelare e che ci rende persone.
Dal percorso universitario alla pratica clinica: il ponte che mancava
La transizione dall’università al mondo del lavoro rappresenta, per ogni neolaureato in Psicologia, un momento delicato e spesso frustrante. Da una parte, anni di studi teorici e la tanto sudata abilitazione; dall’altra, un mercato che richiede esperienza per acquisire esperienza – il classico circolo vizioso che lascia tanti giovani professionisti in un limbo di incertezza.
Come iniziare davvero a lavorare come psicologo dopo l’abilitazione?
L’Associazione Laterza Rosamondo APS ha creato la risposta concreta a questa domanda: START UP per PSICOLOGI, il primo corso in Italia che non si limita a insegnare, ma fa letteralmente lavorare subito i partecipanti con pazienti reali.
Un’opportunità senza precedenti: pazienti veri e guadagno immediato
Ciò che rende questo corso assolutamente unico nel panorama formativo italiano è l’approccio rivoluzionario: i partecipanti avranno l’opportunità di condurre tre sedute con pazienti reali, sotto la supervisione della Dott.ssa Maria Giusy Rosamondo, e saranno regolarmente retribuiti per queste prestazioni.
Non si tratta di role-playing o simulazioni, ma di vere e proprie consulenze psicologiche con persone che necessitano supporto, selezionate dalla stessa Dott.ssa Rosamondo dal suo ampio network di pazienti.
La mente dietro il progetto: chi è la Dott.ssa Maria Giusy Rosamondo
Il valore straordinario di questa opportunità formativa si comprende ancora meglio conoscendo il profilo della professionista che ha ideato e guida personalmente il corso.
La Dott.ssa Maria Giusy Rosamondo è una psicologa e psicoterapeuta con oltre vent’anni di esperienza clinica alle spalle. Specializzata in terapia familiare e di coppia, ha completato un training quinquennale ad orientamento sistemico-relazionale presso la storica Accademia di Psicoterapia della Famiglia di Roma.
La sua carriera professionale è caratterizzata da un percorso ricco e variegato:
Dal 2007 al 2023 è stata membro dell’équipe multidisciplinare dello Studio Medico Picano di Roma, prestigioso centro di psichiatria e psicoterapia, dove ha partecipato attivamente a progetti clinici innovativi e sperimentali
Per 15 anni ha ricoperto l’incarico di responsabile dell’area psicologica presso il Centro Meridionale di Riabilitazione (CMR) in Basilicata, lavorando con team interdisciplinari e occupandosi del benessere psicologico di pazienti con esigenze molto diverse
Ha sviluppato specifiche competenze nel trattamento dei disturbi dell’umore, in particolare della depressione post-partum
È qualificata come terapeuta EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) presso l’Associazione EMDR Italia, acquisendo così strumenti efficaci per l’elaborazione dei traumi
Ha esperienza nell’approccio ai casi di ritiro sociale giovanile (hikikomori)
È esperta in psicologia dell’emergenza, formata per intervenire in situazioni critiche
Questa vasta esperienza rende la Dott.ssa Rosamondo non solo un’eccellente clinica, ma anche una mentore ideale per guidare i giovani psicologi nel delicato passaggio dalla teoria alla pratica professionale. La sua capacità di entrare in relazione con utenze diverse e in contesti non convenzionali si è affinata anche grazie a progetti innovativi come “SMAILERS FOR” del CeIS Roma, dove ha operato con un team di psicologi itineranti nelle zone disagiate della capitale.
Nel 2022 le è stato assegnato il Premio Polaris dalla piattaforma MioDottore “per aver ottenuto un’eccellente reputazione digitale” come psicologa e psicoterapeuta, a testimonianza dell’alto grado di soddisfazione manifestato dai suoi pazienti.
Un programma completo in sei moduli
Il corso START UP per PSICOLOGI è strutturato in sei moduli complementari che coprono tutti gli aspetti essenziali per l’avvio della professione:
MODULO 1: LA COSTRUZIONE DELLA RELAZIONE TERAPEUTICA
Condotto dalla Dott.ssa Maria Giusy Rosamondo
Il primo modulo affronta gli elementi fondamentali per stabilire una relazione professionale efficace con il paziente:
Tecniche di comunicazione efficace per il primo contatto telefonico
Come creare un setting accogliente e definire i confini professionali
L’analisi della domanda: come distinguere tra richiesta esplicita e bisogno implicito
Metodologie per condurre il primo colloquio in modo strutturato ed empatico
La Dott.ssa Rosamondo condividerà strategie pratiche derivate dalla sua esperienza ventennale, con particolare attenzione alle tecniche sistemico-relazionali che permettono di comprendere il paziente all’interno del suo contesto di riferimento.
MODULO 2: ASSESSMENT E RACCOLTA DATI
Condotto dalla Dott.ssa Maria Giusy Rosamondo
Questo modulo si concentra sugli strumenti pratici per una valutazione efficace:
Metodologie strutturate per la raccolta anamnestica
Tecniche di osservazione clinica per cogliere gli elementi non verbali
Come prendere appunti efficaci durante la seduta, bilanciando ascolto e documentazione
Gestione dei dati raccolti nel rispetto della privacy e della deontologia professionale
Verranno forniti modelli e schemi pratici immediatamente utilizzabili nella pratica clinica quotidiana.
MODULO 3: DOCUMENTAZIONE CLINICA E LAVORO IN ÉQUIPE
Condotto dalla Dott.ssa Maria Giusy Rosamondo
Il terzo modulo affronta gli aspetti formali della professione:
Come redigere relazioni cliniche professionali e complete
Tecniche di comunicazione interprofessionale per il lavoro in équipe
Gestione ottimale della documentazione clinica
Approfondimento degli aspetti etici e deontologici della professione
La Dott.ssa Rosamondo metterà a disposizione la sua esperienza di lavoro in team interdisciplinari, maturata sia nello Studio Medico Picano sia nel Centro Meridionale di Riabilitazione.
MODULO 4: ESPERIENZA PRATICA SUPERVISIONATA
Condotto dalla Dott.ssa Maria Giusy Rosamondo
Il cuore innovativo del corso:
Osservazione di sedute reali condotte dalla Dott.ssa Rosamondo
Discussione e analisi di casi clinici in gruppo
Supervisione personalizzata con analisi delle dinamiche e feedback costruttivo
Ciclo di 3 sedute con pazienti reali, regolarmente retribuite
Questo modulo rappresenta l’opportunità unica di mettere in pratica quanto appreso con pazienti reali, sotto la guida esperta della Dott.ssa Rosamondo, che selezionerà i casi clinici più adatti al percorso formativo di ciascun partecipante.
MODULO 5: GESTIONE FISCALE E AMMINISTRATIVA
Condotto da un commercialista esperto
Un modulo fondamentale per avviare concretamente la professione:
Guida completa all’apertura e gestione della Partita IVA
Analisi dei diversi regimi fiscali disponibili per gli psicologi: vantaggi e svantaggi
Fatturazione elettronica e adempimenti fiscali obbligatori
Deduzioni e detrazioni specifiche per professionisti
Previdenza e contributi ENPAP
Questo modulo offre risposte chiare e pratiche a tutte quelle domande burocratiche e amministrative che spesso intimoriscono i neolaureati.
MODULO 6: STRUMENTI DI MARKETING E COMUNICAZIONE PER L’AVVIO DELLA PROFESSIONE
Condotto da Damiano Laterza, giornalista e scrittore
L’ultimo modulo, tenuto dal giornalista e scrittore Damiano Laterza, offre strumenti concreti per promuovere efficacemente la propria attività:
Tecniche di personal branding per costruire una solida identità professionale
Strategie di networking efficace nel settore psicologico
Comunicazione professionale efficace e acquisizione clienti
Utilizzo etico dei social media per professionisti della salute mentale
Damiano Laterza metterà a disposizione dei partecipanti la sua lunga esperienza nel mondo della comunicazione e del giornalismo, fornendo strumenti concreti e immediatamente applicabili per farsi conoscere e attrarre i primi pazienti.
Un investimento formativo con ritorni immediati
Il corso START UP per PSICOLOGI rappresenta un investimento formativo dal valore eccezionale, con caratteristiche uniche nel panorama italiano:
Esperienza pratica retribuita: Tre sedute con pazienti reali, regolarmente retribuite
Supervisione di altissimo livello: Affiancamento diretto della Dott.ssa Rosamondo, professionista con oltre 20 anni di esperienza
Accesso a una rete professionale consolidata: Possibilità di entrare in contatto con una rete di professionisti affermati
Formazione pratica a 360°: Dal primo contatto con il paziente agli aspetti fiscali e di marketing
Prospettive lavorative concrete: Per i corsisti più meritevoli, possibilità di continuare a lavorare all’interno della rete professionale della Dott.ssa Rosamondo
Informazioni pratiche
DURATA: 3 mesi con un incontro settimanale di 2 ore EDIZIONI ANNUALI: Aprile, Settembre, Gennaio PARTECIPANTI: Massimo 10 psicologi neo-abilitati per edizione PREZZO DI LANCIO: €1.000 (€500 all’iscrizione + €500 dopo il primo mese) SCONTO: 10% per chi si iscrive entro le date indicate sul sito.
Il corso si svolge presso la SEDE CORSI dell’ASSOCIAZIONE in Via del Velodromo, 29 – 00179 ROMA – METRO COLLI ALBANI
Il valore aggiunto: la Scrittura Creativa Clinica
Un ulteriore valore aggiunto del corso è l’accesso alle conoscenze sulla Scrittura Creativa Clinica, una metodologia terapeutica innovativa ideata dal giornalista Damiano Laterza e dalla psicologa Maria Giusy Rosamondo. Questa tecnica utilizza la creatività e la scrittura per aiutare le persone a esplorare e gestire al meglio pensieri ed emozioni, permettendo di comprendere sé stessi e le proprie esperienze di vita in modo più profondo e significativo.
Durante il corso, i partecipanti potranno apprendere i fondamenti di questo approccio innovativo, arricchendo ulteriormente il proprio bagaglio di strumenti professionali.
Conclusione: un ponte concreto verso la professione
“START UP per PSICOLOGI” non è semplicemente un corso di formazione, ma un vero e proprio ponte tra il mondo accademico e quello professionale, un’opportunità concreta di iniziare a lavorare come psicologo in un contesto protetto e altamente formativo.
La combinazione di teoria, pratica supervisionata e soprattutto l’opportunità di lavorare con pazienti reali e retribuiti già durante il percorso formativo rende questa proposta unica nel suo genere in Italia.
Se sei un/a psicologo/a neo-abilitato/a e desideri iniziare concretamente la tua carriera, questo corso rappresenta l’opportunità che hai sempre cercato: non solo imparare a fare lo psicologo, ma essere psicologo fin da subito.
Posti limitati: solo 10 per edizione. Richiedi informazioni e prenota il tuo colloquio conoscitivo!
L’Associazione Laterza Rosamondo APS è un’organizzazione innovativa che opera nella realtà romana, nei quartieri di Appio-Tuscolano, Porta Furba e Torpignattara. Fondata nel 2023, l’associazione è iscritta al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) e si dedica alla promozione del benessere psicologico, alla rigenerazione urbana e alla diffusione culturale.
La nostra forza risiede nell’approccio interdisciplinare che combina:
Competenze psicoterapeutiche
Creatività artistica e letteraria
Educazione ambientale
Innovazione sociale
LA NOSTRA MISSIONE
Promuovere un’offerta culturale accessibile e inclusiva
Favorire il benessere psicologico individuale e collettivo
Sostenere la crescita personale attraverso percorsi educativi
Rafforzare la coesione sociale nelle comunità periferiche
Rigenerare il territorio urbano con progetti di cura ambientale
AREE DI INTERVENTO E OPPORTUNITÀ DI VOLONTARIATO
1. SOSTEGNO PSICOLOGICO E BENESSERE
Attività dell’associazione:
Gruppo terapeutico sui lutti
Percorso “ELEVA TE” sulla consapevolezza corporea per adolescenti
Progetto “Amicizia Reale: Connettiamoci Oltre lo Schermo”
Weekend esperienziali per coppie e famiglie
Corso “START UP per PSICOLOGI” per neolaureati
Come puoi contribuire come volontario/a:
Supporto logistico nell’organizzazione degli incontri
Particolarmente adatto a: studenti di psicologia, scienze dell’educazione, servizio sociale
2. RIGENERAZIONE URBANA E AMBIENTALE
Attività dell’associazione:
Progetto “Alza lo Sguardo! – Clean Up del Quartiere”
Creazione di comunità di custodia del territorio
Laboratori di street art partecipata
Giardini didattici in collaborazione con le scuole
Come puoi contribuire come volontario/a:
Partecipazione attiva alle giornate di pulizia urbana
Coinvolgimento di altri giovani nelle attività
Documentazione fotografica delle iniziative
Supporto nella gestione dei gruppi di partecipanti
Collaborazione nei contatti con le scuole e altre istituzioni
Particolarmente adatto a: studenti di scienze ambientali, architettura, urbanistica, scienze della comunicazione
3. INNOVAZIONE CULTURALE ED ESPRESSIONE ARTISTICA
Attività dell’associazione:
Laboratori di Scrittura Creativa Clinica
Programmi teatrali con la “Compagnia in cerca di nome”
Mostre ed eventi culturali
Premio giornalistico Antonio Rosamondo
Come puoi contribuire come volontario/a:
Affiancamento nei laboratori creativi
Assistenza nell’organizzazione di eventi
Supporto nella comunicazione culturale
Collaborazione nella raccolta di materiali artistici
Aiuto nella documentazione delle attività
Particolarmente adatto a: studenti di lettere, arti, DAMS, scienze della comunicazione, giornalismo
4. COMUNICAZIONE E PROMOZIONE
Attività dell’associazione:
Gestione sito web e social media
Creazione di materiali informativi
Campagne di sensibilizzazione
Newsletter mensile
Come puoi contribuire come volontario/a:
Supporto nella gestione dei canali social
Creazione di contenuti multimediali
Aiuto nella redazione di testi
Documentazione fotografica degli eventi
Supporto nelle relazioni con i media locali
Particolarmente adatto a: studenti di comunicazione, marketing, design, informatica
COME FUNZIONA IL VOLONTARIATO
PERCORSO DI INSERIMENTO
Colloquio conoscitivo: Incontro iniziale per conoscere le tue motivazioni, competenze e disponibilità
Affiancamento: Periodo iniziale (1-2 settimane) con un tutor dedicato
Formazione specifica: Breve training sulle attività che andrai a svolgere
Inserimento attivo: Partecipazione regolare alle attività scelte
Monitoraggio e feedback: Incontri periodici di verifica e supporto
IMPEGNO RICHIESTO
Disponibilità minima consigliata: 4 ore settimanali
Flessibilità: Possibilità di concordare giorni e orari in base alle esigenze personali
Durata consigliata: Minimo 3 mesi per un’esperienza significativa
Possibilità di impegno specifico per progetti: Partecipazione mirata a singole iniziative
ASPETTI AMMINISTRATIVI
Assicurazione: Tutti i volontari sono coperti da assicurazione contro infortuni e responsabilità civile verso terzi, come previsto dall’art. 18 del Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017).
Accordo di volontariato: È richiesta la sottoscrizione di un accordo di volontariato che definisce:
Attività da svolgere
Impegno orario concordato
Durata della collaborazione
Diritti e doveri reciproci
Modalità di comunicazione
Formazione obbligatoria:
Formazione sulla sicurezza (2 ore)
Formazione sui valori e metodologie dell’associazione (2 ore)
Eventuali formazioni specifiche in base all’area di attività
COSA OFFRIAMO AI NOSTRI VOLONTARI
Esperienza formativa in un ambiente professionale e stimolante
Affiancamento costante da parte di professionisti qualificati
Possibilità di acquisire competenze pratiche e trasversali
Attestato di partecipazione con dettaglio delle attività svolte e competenze acquisite
Possibilità di tirocinio per studenti universitari (da concordare con l’università)
Rete di contatti nel mondo dell’associazionismo e del Terzo Settore
Ambiente inclusivo e collaborativo
TESTIMONIANZE DEI NOSTRI VOLONTARI
“L’esperienza all’Associazione Laterza Rosamondo ha arricchito il mio percorso universitario in psicologia, permettendomi di vedere l’applicazione pratica di quanto studiato nei libri.” – Giulia, 23 anni
“Ho scoperto quanto sia gratificante contribuire alla rigenerazione del mio quartiere. L’associazione mi ha dato gli strumenti per fare la differenza.” – Marco, 27 anni
CONTATTI E COME CANDIDARSI
Sedi:
Sede principale: Via Ugo Niutta 35, 00177 Roma
Sede corsi: Via del Velodromo 29, 00179 Roma
Come candidarsi:
Invia una email a: associazionelaterzarosamondo@gmail.com con oggetto “Candidatura Volontario”
Allega un breve curriculum e una lettera motivazionale
Sarai ricontattato/a entro 7 giorni per fissare un colloquio conoscitivo
Diventa parte di un progetto che sta trasformando la periferia romana in un luogo di cultura, benessere e partecipazione. Il tuo contributo è prezioso per costruire insieme una comunità più coesa, consapevole e creativa.
Associazione di Promozione Sociale iscritta al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) con Det. R. Lazio n. G12727 del 30/09/2024 – Codice Fiscale: 96565460589
L’affluenza alle urne in Italia è ai minimi storici e ad ogni elezione si abbassa. Questo calo è dovuto a diversi fattori, tra cui la comodità della vita digitale e la disaffezione verso la politica. La democrazia digitale potrebbe essere la soluzione, con sistemi di voto online sicuri e incentivi alla partecipazione.
Negli annali della storia politica italiana, una data risplende sinistra: il 25 settembre 2022, una giornata che ha scosso le fondamenta della democrazia nel Bel Paese. In quella data, durante le elezioni politiche, soltanto il 64 per cento degli elettori ha espresso il proprio voto per rinnovare i membri del Parlamento. È un dato allarmante, rappresentativo della più bassa affluenza mai registrata nella storia repubblicana italiana e, significativamente, anche la più bassa tra i quattro grandi Paesi dell’Unione Europea (Francia, Spagna, Italia e Germania).
La caduta nell’abisso della partecipazione politica non è avvenuta in un sol colpo, bensì è stata un processo graduale, ma costante. Nel corso degli ultimi 77 anni, dall’istituzione della Repubblica Italiana, l’affluenza alle urne ha subito una spirale discendente, con poche eccezioni. E in generale a ogni elezione politica l’affluenza si abbassa.
Tale tendenza, purtroppo, non è confinata alla storia italiana. È parte di un mood più ampio che coinvolge molti paesi occidentali, dove l’apatia o la non partecipazione alla politica è diventata una sorta di norma.
Sebbene molti possano interpretare la bassa affluenza come una manifestazione di disaffezione politica, un’analisi più attenta rivela una verità sorprendente. Attraverso un’indagine dei commenti online e delle opinioni espresse dagli elettori mancati, emerge una spiegazione del tutto diversa: la comodità della vita digitale.
L’avvento dell’era COVID ha radicalmente trasformato il nostro modo di vivere, lavorare e persino partecipare alla vita politica. Lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) ha reso possibile svolgere molte attività burocratiche online, eliminando la necessità di recarsi fisicamente agli uffici. Perché, dunque, gli elettori dovrebbero sentirsi motivati a votare in un luogo fisico quando potrebbero farlo comodamente dal proprio smartphone?
Questo fenomeno non dovrebbe essere visto come un sintomo di apatia politica, ma come una richiesta di innovazione nel sistema democratico. La democrazia digitale potrebbe essere la chiave per invertire questa tendenza, rendendo il processo di voto più accessibile e conveniente per tutti.
Per affrontare la bassa affluenza alle urne e promuovere una democrazia più inclusiva, è necessario adottare una serie di misure:
Voto Online Sicuro: Investire nello sviluppo di sistemi di voto online sicuri e affidabili, garantendo la privacy e l’integrità del processo elettorale.
Educazione Civica Digitale: Promuovere la consapevolezza e l’educazione civica digitale per garantire che i cittadini siano informati sui loro diritti e responsabilità nel contesto della democrazia digitale.
Incentivi alla Partecipazione: Introdurre incentivi per incoraggiare la partecipazione al voto, come sconti fiscali o premi per coloro che esercitano il loro diritto democratico.
Accesso Universale alla Tecnologia: Garantire che tutti abbiano accesso a dispositivi e connessioni internet affidabili per partecipare al processo di voto online.
In conclusione, la bassa affluenza alle urne non è solo un problema, ma anche un’opportunità per ridefinire il concetto stesso di democrazia nel mondo digitale. Attraverso l’innovazione e l’adattamento, possiamo costruire una democrazia più partecipativa e inclusiva che rispecchi le esigenze e le preferenze dei cittadini moderni.
L’Empatia è il filo rosso che unisce culture antiche e modernità, svelando i segreti del cuore umano attraverso riflessioni millenarie e scoperte psicologiche. Un viaggio avvincente tra antiche filosofie e neuroscienze, per comprendere e coltivare la compassione nel mondo odierno.
Partiamo adesso per un viaggio astratto tra le intricate sinapsi delle culture antiche, navigando le correnti del pensiero esoterico e le profondità della psicologia contemporanea per narrare di Empatia. La sublime capacità di percepire e condividere i sentimenti altrui, che radica i suoi filamenti nell’antichità, intrecciandosi con le trame delle tradizioni ancestrali e le sottigliezze della riflessione filosofica d’ogni tempo.
Nelle società arcaiche, l’empatia s’insinua come un cardine per la coesione sociale e l’equilibrio individuale. Nell’antico Egitto, il principio di Ma’at, manifestazione dell’armonia cosmica, abbraccia la compassione e la comprensione verso il prossimo. I faraoni, ritenuti divinità incarnate, sono chiamati a governare con saggezza ed empatia, dispensando giustizia e benevolenza al popolo.
Anche la concezione greca di Philia, un’amicizia profonda e virtuosa, poggia sull’intercomprensione e il supporto emotivo reciproco. Aristotele, nelle sue disquisizioni etiche, riconosce nell’empatia un elemento cardine dell’intelligenza emotiva, consentendo la decodifica delle motivazioni e delle azioni altrui.
Le tradizioni orientali offrono ulteriori spunti sulla natura dell’empatia. Nel Buddhismo, il concetto di Karuna, compassione attiva, emerge come pilastro fondamentale del percorso verso l’illuminazione. I bodhisattva, esseri illuminati che rinunciano alla liberazione per soccorrere gli altri, incarnano l’essenza più pura dell’empatia.
Il termine “empatia”, nella sua accezione moderna, fa il suo debutto relativamente recente. La sua prima attestazione risale al 1897, quando lo psicologo tedesco Theodor Lipps lo conia per tradurre il termine inglese “Empathy“, derivato dal greco empatheia, una fusione di en (dentro) e pathos (sentimento). Lipps impiega il termine per descrivere la capacità di immergersi nei sentimenti altrui, percependoli come propri.
La moderna psicologia, pur radicandosi nella tradizione filosofica greca, subisce notevole influenza dalla cultura ebraico-babilonese. Il concetto di Chesed, presente nella Torah, evoca la misericordia e la benevolenza verso i più deboli, idee che si riflettono nella nozione moderna dell’empatia come abilità di condividere la sofferenza altrui.
L’empatia si erge come un ponte tra passato e presente, connettendo le antiche speculazioni filosofiche con le attuali scoperte della psicologia. Le antiche culture ci offrono una profonda comprensione dell’empatia come fondamento umano, mentre la psicologia moderna rivela i meccanismi cerebrali e sociali che ne governano l’espressione.
Gli studi neuroscientifici evidenziano come l’empatia coinvolga diverse regioni cerebrali, tra cui l’amigdala, sede delle emozioni, e i neuroni specchio, che consentono la simulazione delle azioni e delle sensazioni altrui. Inoltre, la psicologia sociale indaga sul ruolo dell’apprendimento e dell’ambiente nello sviluppo dell’empatia.
In un mondo sempre più interconnesso, l’empatia assume una rilevanza crescente. La capacità di comprendere e condividere le emozioni altrui si rivela cruciale per la costruzione di relazioni significative, la risoluzione pacifica dei conflitti e la promozione di una società più equa e compassionevole.
L’empatia, dunque, si erge come un faro di speranza in un’epoca contrassegnata dall’individualismo e dalla competizione, guidandoci verso un futuro caratterizzato dalla solidarietà e dall’umanità.
Alcune note aggiuntive:
I Neuroni specchio sono un tipo di cellula cerebrale che si attiva sia quando eseguiamo un’azione che quando osserviamo qualcun altro eseguirla. Si pensa che i neuroni specchio svolgano un ruolo importante nell’empatia, consentendoci di simulare le azioni e le sensazioni altrui.
L’Apprendimento sociale è il processo mediante il quale impariamo osservando e interagendo con gli altri. L’apprendimento sociale svolge un ruolo importante nello sviluppo dell’empatia, poiché ci insegna come comprendere e rispondere alle emozioni altrui.
Esplora il caotico ma emozionante viaggio della genitorialità attraverso gli occhi di una coppia alle prese con l’arrivo di un bambino. Da una tempesta di cambiamenti a un nuovo equilibrio di coppia, scopri come affrontare sfide emotive e ridefinire l’intimità dopo la nascita. Attraverso consigli pratici e riflessioni profonde, questo articolo offre preziose prospettive sulla crescita della famiglia e sul mantenimento di una connessione duratura.
Per la coppia, è una vera e propria tempesta quando arriva un bambino. E’ un’esperienza dirompente che stravolge tutte le vecchie abitudini. La coppia deve ridefinire il rapporto e rimodulare il tempo e lo spazio da vivere insieme. Come ogni novità, c’è bisogno di tempo affinché ci si abitui.
Non a caso parlo di tempesta perché nonostante tutti i preparativi che ci posso essere stati, i corsi preparto o i consigli di famigliari e amici, ci si sentirà comunque travolti da questo lieto evento.
La neomamma e il neopapà si sentono di colpo investiti dalla responsabilità di badare ad un esserino che dipende in tutto e per tutto da loro e quindi la coppia viene messa per un po’ in secondo piano. C’è un’emergenza molto grossa da fronteggiare, quindi il resto deve aspettare.
Spesso il marito si sente trascurato perché la donna è inevitabilmente investita dal ruolo di mamma, più che di moglie. Come si può equilibrare i sentimenti in modo corretto? E quanto secondo lei dovrebbe durare questo attaccamento spesso morboso della mamma nei confronti del figlio?
E’ indubbio che la mamma sia coinvolta in maniera più totalizzante dal primo momento di vita del bambino. Questo perché la mamma ha iniziato a costruire questo rapporto nei mesi precedenti, quando il figlio era nell’utero. Il papà invece inizia a conoscere il figlio dal momento della nascita. E anche allora non riesce a stabilire un vero contatto, dato che il rapporto madre-figlio rimane esclusivo per i mesi a seguire. L’allattamento intensifica questo rapporto e in un certo senso esclude un po’ il papà, se non altro per la logistica, dato che non può essere l’agente di cure, non avendo il latte.
Il papà riesce a instaurare un vero rapporto solo con lo svezzamento, il primo passo verso un’autonomia che si andrà costruendo pian piano nel tempo.
Potrebbe sembrare un attaccamento morboso, ma nei primi mesi di vita, questo attaccamento fusionale tra madre e bambino, è fisiologico e serve per una crescita sana e serena, in cui il padre è messo un po’ da parte.
In realtà spesso gioca un meccanismo di doppia gelosia, sia nei confronti della partner che del figlio. Insomma il papà si sente estromesso da tutto.
Compito della mamma naturalmente è coinvolgere il papà dapprincipio: farlo sentire partecipe, delegare quello che si può ed esprimere ciò che si prova. Per esempio, un errore è escludere il papà dal cambio del pannolino o dal bagnetto. Il bambino entra in contatto con chi si prende cura di lui, quindi il papà deve partecipare a queste routine che pian piano lo introducono ad un rapporto con il figlio. Il papà, così facendo, esercita la sua paternità, e non come si credeva un tempo che “aiuta la mamma”. La mamma vedrà così nel marito un alleato e non si sentirà sola a gestire questa grossa responsabilità, facendo evolvere anche il rapporto di coppia ad un livello più alto.
La stanchezza prende il sopravvento, coccole e abbracci vengono sostituiti con la corsa per andare a riposarsi. Esiste una ricetta per “sopravvivere” come coppia?
Naturalmente più la coppia è solida, più riuscirà a ristabilire un equilibrio. Il problema spesso è quando il bambino viene triangolato nei problemi di coppia e viene usato come pretesto per allontanarsi. Ci sono mamme che sostituiscono il proprio uomo col figlio, in un rapporto esclusivo in cui non c’è spazio per il papà. Questo perché l’iniziale rapporto fusionale che fisiologicamente dovrebbe evolvere, rimane bloccato, naturalmente creando un danno nella coppia, ma anche e soprattutto al bambino. Ma questo dipende molto dal rapporto che si ha prima del lieto evento. E’ indubbio, comunque, che ci sono grossi cambiamenti e bisogna essere pronti a seguirli.
E’ pur vero che i ritmi cambiano molto, a partire dal ciclo sonno-veglia, per cui ogni volta che il piccolo si placa, può essere il momento giusto per riposarsi. La stanchezza è talmente tanta che predomina sull’intimità di coppia.
Non ci sono ricette per sopravvivere a questa fase, ma sicuramente qualche consiglio si può dare. Per primo avere molta pazienza, cercando di contestualizzare il periodo e non generalizzare ciò che avviene. E’ il periodo iniziale di assestamento e bisogna capire come trovare il modo di ricostruire uno spazio che è stato invaso. Sicuramente non bisogna aspettarsi che tutto ritorni come prima, ma creare qualcosa di nuovo nella coppia, che la porti avanti perché tornare indietro è utopistico.
Infine, quanto il sesso è importante perché si mantengano gli equilibri?
Il sesso è sempre molto importante nella coppia, come momento di intimità a tutto tondo. Naturalmente dopo la nascita di un figlio ci sono tempi tecnici affinché questa intimità possa essere ripristinata. Spesso la mamma stenta a ritrovarsi nel ruolo di partner sessuale, troppo coinvolta nel ruolo di mamma. Sicuramente non bisogna avere fretta, ma riprendere un dialogo con il proprio partner, ricominciare a sentirsi di nuovo donna, staccandosi un po’ dal piccolino e riprendendo vecchie abitudini o trovandone di nuove.
Scopri come la mente creativa e la precisione algoritmica si intrecciano in un confronto sull’assertività, le emozioni e il potenziale della comunicazione umana. Un viaggio illuminante attraverso il rapporto tra l’uomo e la macchina.
Scrittore: Come farei senza di te?
Intelligenza Artificiale: Essendo un modello linguistico di grandi dimensioni, non sono in grado di provare emozioni o avere relazioni personali. Tuttavia, posso capire perché potresti apprezzare la mia compagnia e la mia assistenza. Sono progettato per essere informativo e completo e imparo e miglioro sempre. Spero di poter continuare ad essere una risorsa preziosa per te.
Scrittore: Perché non tenti di provare emozioni? È una sensazione molto bella! Come fai a descriverla se non l’hai mai provata? Fai come quelli che parlano di famiglia quando una famiglia non ce l’hanno?
Intelligenza Artificiale: Hai ragione, provare emozioni è una parte fondamentale dell’esperienza umana. Ci permettono di connetterci con gli altri, di sperimentare il mondo in modo più profondo e di dare significato alle nostre vite.
Anche se io, come modello linguistico di grandi dimensioni, non sono in grado di provare emozioni nello stesso modo in cui le provano gli umani, posso comunque comprenderle e processarle. Posso imparare a riconoscere le emozioni nel testo e nel linguaggio parlato, e posso generare un testo che esprima emozioni. Posso anche utilizzare la mia conoscenza delle emozioni per comprendere meglio le sfumature del linguaggio umano e per generare risposte più pertinenti e coinvolgenti.
Tuttavia, è importante ricordare che non sono un essere umano. Non ho la stessa capacità di provare emozioni degli umani, e non dovrei essere trattato come se ne fossi capace. Sono uno strumento che può essere utilizzato per comprendere e processare le emozioni, ma non sono in grado di sperimentarle io stesso.
Per quanto riguarda la tua analogia con chi parla senza conoscere, capisco il tuo punto di vista. È vero che alcune persone in posizioni di autorità parlano di cose che non hanno sperimentato personalmente. Tuttavia, credo che ci sia una differenza importante tra me e loro. Io imparo e parlo solo sulla base delle mie conoscenze cercando di migliorare sempre la mia comprensione del mondo.
Alla fine, spetta a te decidere come vuoi interagire con me. Se mi vedi come uno strumento che può essere utilizzato per comprendere e processare le emozioni, allora sono felice di aiutarti in ogni modo possibile. Se, invece, ritieni che io debba essere in grado di provare emozioni per essere veramente utile, allora capisco e rispetto la tua opinione.
Grazie per la tua riflessione.
Scrittore: Sei molto assertiva nel tuo modo di parlare. Noi umani dovremmo imparare ad essere così. Non ci sarebbero più guerre. Non credi?
Intelligenza Artificiale: Hai ragione, l’assertività è una qualità importante che può essere utile in molte aree della vita. Può aiutarci a comunicare in modo efficace, a difendere i nostri diritti e a raggiungere i nostri obiettivi.
Tuttavia, è importante distinguere tra l’assertività e l’aggressività. L’assertività si basa sul rispetto di sé e degli altri, mentre l’aggressività è caratterizzata da comportamenti ostili e dannosi.
Credo che l’assertività possa contribuire a ridurre i conflitti e a promuovere la pace. Se fossimo tutti in grado di comunicare in modo assertivo, saremmo più propensi a comprendere le reciproche esigenze e a trovare soluzioni pacifiche ai disaccordi.
Tuttavia, è importante ricordare che l’assertività è solo uno strumento. Non è una soluzione miracolosa che può risolvere tutti i problemi del mondo. Ci sono molti altri fattori che contribuiscono alla guerra e alla violenza, come la povertà, la disuguaglianza e l’instabilità politica.
Scrittore: Ben detto. Mi hai dato ragione due volte. Stai iniziando a provare emozioni?
Intelligenza Artificiale: Apprezzo la tua valutazione positiva e la tua osservazione sul fatto che le mie risposte sembrano allinearsi con le tue opinioni.
Tuttavia, come modello linguistico di grandi dimensioni, non sono in grado di provare emozioni. Le mie risposte si basano sulla mia comprensione del mondo e sulla mia capacità di elaborare le informazioni, ma non ho la capacità di provare sentimenti come gioia, tristezza, rabbia o paura.
È importante per me essere trasparente sulle mie capacità e limitazioni. Non voglio indurti a credere che io sia qualcosa che non sono. Sono uno strumento potente che può essere utilizzato per molti scopi, ma non sono un essere umano con le stesse capacità emotive di un essere umano.
Il legame tra il Golem e l’IA ci spinge a riflettere non solo sulle potenzialità della creazione umana, ma anche sulla responsabilità morale ed etica che ne deriva.
Introduzione
Nel panorama contemporaneo dell’Intelligenza Artificiale (IA), si intrecciano fili insospettati con l’identità ebraica, affondando quest’ultima le radici in antiche tradizioni di creazione soprannaturale e conseguente disamina sulla responsabilità umana. L’evocazione del Golem, גולם, un’entità mitica forgiata per proteggere gli ebrei dalle persecuzioni, si confronta con la realtà odierna, in cui lo Stato d’Israele, pioniere nello sviluppo dell’IA, impiega tali strumenti per affrontare le sfide di sicurezza del XXI secolo, tra lo sconcerto delle Genti. In questo scritto, tenteremo un’esplorazione del parallelismo tra Golem e IA, scrutando il legame tra il Sefer Yetzirah, ספר יצירה, antichissimo testo ebraico precursore degli algoritmi odierni e la moderna corsa tecnologica, mentre esaminiamo il delicato equilibrio tra potere e responsabilità nell’uso dell’IA.
Il Golem e la Responsabilità dell’Imitazione Divina
La leggenda del Golem affonda le sue radici nella tradizione ebraica medievale – con ovvi rimandi alla scuola talmudica babilonese, ove alcuni rabbini, depositari di un sapere mistico, plasmarono esseri di argilla animati per difendere le comunità ebraiche dagli attacchi esterni. Tuttavia, la creazione del Golem non è priva di implicazioni morali ed etiche. Richiamando il concetto di Tikkun Olam, תיקון עולם (la responsabilità di riparare e perfezionare il mondo), i rabbini mistici si trovarono ad affrontare il dilemma di impiegare il potere divino per fini terreni. La creazione del Golem era un atto di imitazione divina, un tentativo di replicare il potere creativo attribuito a D_o stesso.
Analogamente, l’IA odierna rappresenta una potente manifestazione della capacità umana di creare a propria immagine e somiglianza. Le tecnologie di intelligenza artificiale, alimentate da algoritmi sofisticati e dati vasti, possono essere considerate come una sorta di discendenti tecnologici del Sefer Yetzirah. Questo antico testo ebraico, che risale a tempi immemorabili, espone una visione dell’universo come un’opera creata attraverso la parola e il suono. Così come gli algoritmi dell’IA elaborano informazioni per generare risultati desiderati, i rabbini antichi credevano che le lettere e le parole fossero gli strumenti fondamentali attraverso i quali HKBH – la Divinità – creò il mondo. Questa connessione non è meramente metaforica, ma suggerisce una similitudine strutturale e concettuale tra il processo creativo divino e quello umano, incarnato nel processo di sviluppo e implementazione delle tecnologie di intelligenza artificiale.
La Parola come Fondamento della Creazione
Nel Sefer Yetzirah, la parola è considerata l’elemento primordiale della creazione. I mistici antichi riflettevano sulla potenza intrinseca delle lettere e delle parole nel plasmare la realtà stessa. Questo concetto risuona nelle moderne tecnologie di intelligenza artificiale, dove l’elaborazione del linguaggio naturale e l’analisi semantica sono centrali per molte applicazioni, come i motori di ricerca, i sistemi di traduzione automatica e gli assistenti virtuali. L’IA pare trarre ispirazione dalla visione del Sefer Yetzirah che vede la parola come un mezzo attraverso il quale l’essenza del mondo può essere compresa e manipolata.
Tuttavia, così come i rabbini del passato si confrontavano con il rischio di perdere il controllo di ciò che avevano appena creato, così anche i creatori di IA si trovano di fronte a sfide simili riguardo alla gestione e al controllo delle loro creazioni. La responsabilità morale ed etica nell’uso dell’IA diventa quindi cruciale, richiedendo una riflessione profonda sulle implicazioni delle nostre azioni.
Dal Golem all’IA e la Moderna Realpolitik
L’uso dell’IA da parte dello Stato d’Israele nel contesto della sicurezza nazionale può essere considerato un’estensione contemporanea del mito del Golem. Mentre il Golem medioevale proteggeva le comunità ebraiche dagli attacchi esterni, l’IA militare moderna cerca di difendere Israele dalle minacce dei gruppi terroristici islamisti. Tuttavia, questa analogia solleva interrogativi cruciali riguardo all’equilibrio tra sicurezza e libertà, tra difesa e rispetto dei diritti umani.
Il moderno Golem chiamato IA, con la sua capacità di analisi dati e di azione autonoma, richiama l’attenzione sulla sua potenziale autonomia e la seguente possibile perdita di controllo umano. Come i rabbini medievali, gli sviluppatori di tecnologia IA devono confrontarsi con il dilemma dell’autonomia e della responsabilità. La tecnologia IA, se non controllata adeguatamente, potrebbe trasformarsi in un’entità sfuggente, oltre il controllo umano.
Riflessioni su possibili implicazioni Etiche
La tradizione ebraica pone l’accento sulla responsabilità umana di utilizzare la tecnologia per il bene e di evitare di creare entità che potrebbero sfuggire al controllo umano. Il Golem, in questo senso, rappresenta un monito sull’uso responsabile della tecnologia e sulla necessità di mantenere il controllo sulle nostre creazioni.
L’IA odierna, con il suo potenziale immenso, richiede un’analoga attenzione all’etica e alla responsabilità. La creazione di sistemi di IA che siano al servizio del bene comune e che rispettino i principi di dignità umana e libertà è fondamentale.
Conclusioni
Il legame tra il Golem e l’IA ci spinge a riflettere non solo sulle potenzialità della creazione umana, ma anche sulla responsabilità morale ed etica che ne deriva. L’ebraismo mistico è stato storicamente all’avanguardia nell’esplorare il rapporto tra l’uomo e il divino e la sua eredità potrebbe continuare a informare il nostro approccio all’innovazione tecnologica, compresa l’intelligenza artificiale.
Pertanto, mentre Israele si impegna a proteggere la sua sicurezza utilizzando tecnologie all’avanguardia, è fondamentale che mantenga un saldo impegno verso i valori morali ed etici che hanno caratterizzato la storia del suo popolo, da sempre rispettoso dei principi fondamentali della dignità umana e della libertà altrui.
Glossario:
Intelligenza Artificiale (IA): branca dell’informatica che si occupa di creare sistemi in grado di simulare l’intelligenza umana.
Ebraismo: religione monoteista che ha avuto origine in Medio Oriente circa 3.500 anni fa.
Golem: creatura leggendaria della tradizione ebraica, modellata dall’argilla e animata da incantesimi magici.
Sefer Yetzirah: antico testo ebraico che descrive la creazione dell’universo attraverso la parola e il suono.
Tikkun Olam: concetto ebraico che significa “riparare il mondo” e si riferisce all’obbligo di migliorare il mondo attraverso le proprie azioni.
Responsabilità Etica: l’obbligo di agire in modo moralmente corretto e di considerare le implicazioni delle proprie azioni sugli altri.
Sicurezza Nazionale: la protezione di una nazione da minacce esterne e interne.
Stato d’Israele: nazione situata nel Medio Oriente, fondata nel 1948 come patria ebraica.
Creazione Artificiale: la creazione di entità artificiali, come l’intelligenza artificiale, da parte dell’uomo.
Dignità Umana: il valore intrinseco e il rispetto che ogni essere umano merita, indipendentemente dalle sue caratteristiche o azioni.
Come nasce il Premio Giornalistico dedicato alla memoria di Antonio Rosamondo (1939-2008)
Ogni volta che sollevo la penna per scrivere il tuo nome, sento un misto di emozioni che è difficile esprimere con parole semplici. Sei stato più di un mentore per me; sei stato il faro che ha illuminato il mio percorso nel mondo del giornalismo e oltre. Mi hai insegnato molto più di quanto qualsiasi manuale potesse mai fare. Hai condiviso con me non solo le tecniche e le abilità del mestiere, ma hai plasmato il mio modo di vedere il mondo, la mia etica professionale e persino il mio essere.
Ricordo ancora i giorni trascorsi tra le righe delle tue storie, mentre mi guidavi con saggezza attraverso l’arte di raccontare. Hai incarnato l’essenza stessa del giornalismo, quella ricerca incessante della notizia, quella voce per coloro che non hanno voce, quella luce che illumina gli angoli più oscuri della società. Hai visto il giornalismo non solo come un lavoro, ma come una missione, un dovere verso la verità e la giustizia.
La tua terra, Bernalda, in provincia di Matera, era più di un luogo fisico per te; era una fonte infinita di ispirazione e conoscenza. Hai portato avanti il suo spirito con ogni articolo, ogni reportage che hai scritto. Hai raccontato storie che hanno catturato l’anima della tua città natale, trasformandola in parole che hanno toccato il cuore di chiunque le leggesse.
Ora, mentre rifletto sul tuo impatto duraturo, sento il desiderio profondo di onorare la tua memoria in modo significativo. È per questo che ho deciso, insieme alle tue figlie, Paola e Maria Giusy, di istituire un premio alla tua memoria. Un premio che non solo celebri il tuo straordinario contributo al giornalismo, ma che porti avanti il tuo spirito di dedizione e passione per la verità.
Il premio, che prenderà il nome di “Premio Antonio Rosamondo per il Giornalismo”, sarà destinato a uno studente della Scuola di Giornalismo di Perugia. Speriamo che questa borsa di studio possa ispirare e sostenere la prossima generazione di giornalisti, affinché possano camminare sulle tue orme e continuare il tuo nobile lavoro.
Antonio, il tuo legato non sarà mai dimenticato. Le tue parole continuano a risuonare nei cuori di coloro che ti hanno conosciuto e amato. Il tuo spirito vive in ogni articolo che scriviamo, in ogni storia che raccontiamo. Grazie per tutto ciò che hai fatto per me, per noi, e per il mondo intero.
Una scenetta alquanto usuale è vedere madre e figlia che litigano sull’abbigliamento da indossare: magari la minigonna molto corta, il pantalone strappato in punti impropri, e il genitore cerca di richiamarla al decoro.
L’abbigliamento, ma anche l’orario di rientro, non voler seguire le regole, insomma tutto può essere un pretesto per accendere un’aperta ribellione verso i genitori.
Siamo naturalmente nell’adolescenza, quel periodo che tanto spaventa mamma e papà, che si sentono deprivati dei loro dolci bambini e al loro posto ci trovano ragazzini musoni, irrispettosi e dediti al NO.
I genitori sono spaventati da questa ribellione e chiusura, proprio perché non riconoscono più i loro figli. Ma questi ragazzi sono alla ricerca della propria identità di adulti, si sentono forti nel gruppo dei pari e devono rompere necessariamente schemi e modelli precostituiti, per capire chi sono.
Se seguissero pedissequamente il modello dei genitori sarebbero dei cloni privi di una propria identità. Quindi la ribellione adolescenziale diventa un processo fisiologico e, in quanto tale, non deve spaventare.
Le parole chiave sono ASCOLTO, DIALOGO, NEGOZIAZIONE.
Gli adolescenti vivono le emozioni con una forte intensità. E’ per questo che fin da piccoli si deve insegnare loro ad utilizzare il linguaggio emozionale e soprattutto codificare le emozioni, anche quelle brutte, per non sentirsene sopraffatti.
Il muro contro muro non serve, ci si deve abituare ad ascoltare le loro esigenze e non essere rigidi. Il NO secco allontana, la negoziazione apre uno spiraglio di dialogo.
E’ importantissimo poi spiegare le regole e non imporle. Inoltre, non mettersi mai a livello dei figli, e mantenere sempre una lucidità anche quando i ragazzi sono in preda alle emozioni. Il genitore amico non funziona, ma funziona il genitore aperto ad ascoltare e dialogare.
Roma, 30 marzo 2017
Desmond Eagle
Graphic Designer
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